martedì 22 febbraio 2011

Ci scrive un venditore, e noi rispondiamo

Un venditore che ha scelto lo pseudonimo "ONESTO" ci scrive per raccontarci alcune cose. Il testo integrale del suo intervento lo trovate cliccando qui.



Noi ci limitiamo a riportarne alcuni passaggi degni di commento:

"ci tengo a precisare che stiamo parlando di un' azienda commerciale e non di un ente di beneficenza per cui credo che sia normale che lo scopo sia quello del profitto"
 Quanti libri crede che si venderebbero se ogni venditore fosse obbligato a presentarsi dicendo "Salve, io sono qui con lo scopo di generare dei profitti per l'azienda in cui lavoro"?



"nella mischia ci stanno sia persone oneste e professionali che persone senza scrupoli"


E perché a noi risulta in base a numerose testimonianze che l'azienda non prende mai le distanze dai suoi rappresentanti più spregiudicati, e anzi insiste nel pretendere i pagamenti anche quando gli acquirenti segnalano di essere stati vittime di un venditore senza scrupoli?


"Per essere più chiaro, intendo che se compro un kilo di mele e tornando a casa mi accorgo che la metà sono mele marce, forse non è proprio corretto da parte mia dire che TUTTI i fruttivendoli sono dei ladri !!"


Sì, ma quando ci si accorge che una mela è bacata e lo faccio notare al fruttivendolo, di solito le cambia o ci rimborsa.


"la sera mi piace andare a letto in pace con me stesso e poter dire ai miei figli che hanno un padre di cui andare fieri".


E lei è fiero di alcuni comportamenti adottati dall'azienda in cui lavora? Ha visto il video di "Mi Manda RaiTre?" E' stato fiero quando ha visto la casa di quella signora anzianissima piena di statue e libri che non aveva mai aperto, "rifilati" dai venditori solo per approfittarsi della sua pensione? E' fiero quando viene rifiutato il recesso anche a clienti evidentemente raggirati?


"se voi oggi aveste in mano un qualsiasi libro (anche un topolino) dell'anno 1600, che valore avrebbe?"

Allora forse è meglio abbonarsi a Topolino, costa di meno, e rende di più alle future generazioni. Scherzi a parte, il suo ragionamento non sta in piedi, perché non stiamo parlando di valore ma di profitto, perché gli investimenti mirano al profitto. Il profitto è la differenza tra il prezzo pagato e il prezzo di vendita, e la sfido pubblicamente a vendere in un'asta o in una trattativa privata un libro FMR Art'è ad un prezzo maggiore di quello a cui è stato pagato. E allora se proprio devo investire in libri d'arte, meglio comprare per 200 euro un catalogo raro del '900 che aspettare quattro secoli per vedere aumentare il valore "archeologico" di un libro FMR del terzo millennio che costa migliaia di euro. Se questo fosse davvero un investimento sicuro, tutti quei libri li avrebbero comprati i venditori che invece cercano di rifilarli ad altri. In tutta onestà, se suo fratello, un suo amico, suo padre o suo cugino le chiedessero come investire dei soldi, lei gli direbbe di comprare i libri dell'azienda in cui lavora?

E si noti che abbiamo scritto "il prezzo di vendita" e non "il prezzo di listino" perché a quanto mi risulta non esiste un listino ed ogni opera viene "valutata" da chi la vende in funzione delle capacità di spesa dell'acquirente. Lo dico perché alcuni libri che ho visto segnalati su "Mi Manda Rai Tre", mi risultano venduti per cifre differenti da quelle indicate nel programma.


"vi ricordo che stiamo parlando di un azienda con oltre 50.000 clienti in tutta italia, che esiste da 20 anni e che è stata quotata in borsa".


E la nostra redazione le ricorda cortesemente che dopo i primi tentativi di speculazione l'azienda ha dovuto uscire dalla Borsa perché non riusciva a stare sul mercato azionario, che il numero dei clienti non ha nessun significato se non viene fornito contestualmente anche il numero dei reclami, e che la correttezza di una azienda non si misura dalla sua longevità.


Cordiali saluti.

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